I consigli della dottoressa Testa sul Coronavirus

LATINA – Il Coronavirus può resistere sugli oggetti sino a 9 giorni, come difendersi: i consigli della dottoressa Testa del Medical Pontino. Le ultime notizie delle agenzie e dei media di tutto il mondo rischiano di diffondere ancor di più la psicosi planetaria sul Coronavirus. Ora sembra che possa resistere sulle superfici fino a nove giorni di fila e che per contrastarlo serva pulire tutto con la candeggina.

Dottoressa Alessia Testa, specializzanda in pediatria

Conosciamolo dunque meglio per difenderci, anche dalla psicosi in agguato Le mascherine? Sono una misura eccessiva nei soggetti sani. Per saperne di più abbiamo intervistato la Dottoressa Alessia Testa del Medical Pontino uno dei centri di analisi mediche più rinomato della Regione.

Dottoressa, tutti parlano del Coronavirus: ci spiega di cosa si tratta realmente?

«I coronavirus (CoV) sono una grande famiglia di virus respiratori responsabili di patologie di diversa gravità, dal comune raffreddore alle sindromi respiratorie. Si tratta di virus comuni negli animali (come pipistrelli e cammelli) che in alcuni casi subiscono modificazioni tali da renderli capaci di infettare anche l’uomo. Ad oggi, sono stati identificati 7 coronavirus umani: 2 ceppi isolati a metà degli anni Sessanta dalle cavità nasali di pazienti con raffreddore comune, 2 ceppi isolati nel 2004 e nel 2005 coinvolti in infezioni più gravi del tratto respiratorio, 1 ceppo responsabile dell’epidemia mondiale di SARS (sindrome respiratoria acuta grave) del 2002, 1 ceppo responsabile della MERS (sindrome respiratoria mediorientale) scoppiata nel 2012 e diffusa principalmente in Medio Oriente, 1 ceppo, l’attualmente temuto 2019-nCoV, il nuovo coronavirus con focolaio a Wuhan, provincia dell’Hubei nella Cina Centrale.

Il 9 Gennaio il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha identificato il 2019-nCoV quale causa eziologica degli innumerevoli casi di polmonite registrati».

 
L’immagine del virus al microscopio

Qual è la situazione?
«Alle ore 8 del 10 Febbraio, i dati ufficiali contano 40553 persone contagiate, di cui 40170 in Cina, e 910 decessi, tutti avvenuti in Cina tranne uno, registrato nelle Filippine. È ormai accertata la presenza di infezioni in 9 Paesi europei per un totale di 39 casi: 14 in Germania, 11 in Francia, 4 nel regno Unito, 3 in Italia, 2 in Russia, 2 in Spagna, 1 in Belgio, 1 in Finlandia, 1 in Svezia (fonte ECDC: https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19). Numeri in costante aggiornamento. Comunque, tutti i casi al di fuori della Cina hanno viaggiato a Wuhan o sono stati in contatto diretto con persone che lo hanno fatto. Il Direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato il nuovo coronavirus un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. In termini pratici questa dichiarazione permette di contrastare la diffusione del virus con raccomandazioni e misure temporanee in merito a viaggi, commerci, quarantena, screening e trattamento.

A questo obiettivo sta partecipando attivamente la Cina stessa, con la diffusione delle informazioni per l’identificazione del virus isolato, in modo da consentire anche agli altri Paesi di fare diagnosi e agire precocemente.

Inoltre, nel dubbio della fonte animale del virus, ha annunciato il divieto temporaneo al commercio di animali selvatici, in considerazione del fatto che la maggior parte dei contagi aveva inizialmente in comune il contatto con un mercato all’ingrosso di animali vivi e frutti di mare».

Ma allora è pericoloso mangiare cinese? Come si trasmette il virus?
«No, la trasmissione non sembra avvenire per via alimentare e comunque in Europa è vietata l’importazione di animali vivi e carne cruda dalla Cina. Lo stesso vale per gli oggetti made in Cina, che non presentano rischio aumentato rispetto a qualsiasi altro oggetto. E aggiungerei anche che i Cinesi residenti in Italia, hanno il nostro stesso rischio di contrarre il virus.

Il contagio avviene per contatto da una persona infetta ad un’altra attraverso: la saliva (tosse e starnuti), il contatto diretto (toccando la persona contagiata, per esempio con una stretta di mano, per poi portarsi le mani non lavate su occhi, naso o bocca), il contatto indiretto (toccando oggetti o superfici contaminate per poi portarsi le mani non lavate su occhi, naso o bocca)».

Quando sospettare il contagio e quali precauzioni prendere?
«Il contagio va escluso nei soggetti con febbre, tosse e difficoltà respiratoria che nei 14 giorni precedenti alla sintomatologia si sono recati nelle zone coinvolte o sono stati in contatto con persone colpite dal 2019-nCoV. Non esistendo ancora un vaccino, la prevenzione è fondamentale e prevede: lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche, starnutire o tossire con il gomito flesso o in un fazzoletto da gettare in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso, non toccare occhi, naso o bocca con mani non lavate, evitare contatti ravvicinati con persone malate o che mostrino infezioni delle vie respiratorie (tosse, starnutazione), attenta pulizia e disinfezione di oggetti e superfici, evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e bevande non imbottigliate, non uscire se si presentano sintomi.
Desta preoccupazione la possibilità di contagio, seppur non accertata, da parte di persone asintomatiche. A questo proposito è fondamentale l’allerta globale, almeno fino a quando non si avranno più approfondite conoscenze, ma ma senza esagerare: le mascherine che stanno andando a ruba sono attualmente una misura poco utile nei soggetti sani, riservata ai soggetti con infezione delle alte vie respiratorie, a chi proviene dalle zone incriminate e a chi è a rischio di contagio (come il personale sanitario a contatto con i due casi all’ospedale “Spallanzani”). Inoltre, in caso di dubbi in seguito alla comparsa di sintomi al rientro di un viaggio nelle zone colpite, è possibile consultare gli esperti al numero 1500, iniziativa promossa dal Ministero della Salute.»

Quanto è grave l’infezione? Come si tratta?
«Il 2019-nCoV ha un’importante somiglianza genetica con il virus della SARS e per quanto visto finora sembra causare gravi polmoniti nei soggetti con basse difese immunitarie o affetti da patologie croniche. Purtroppo non esiste un trattamento specifico, ma solo terapia di supporto, volta ad alleviare i sintomi.
Per concludere, è ragionevole pensare che il numero di infezioni e di decessi aumenterà, ma questo è anche perché sta aumentando parallelamente la consapevolezza della malattia e la sua ricerca.
In Italia tutti i voli da Wuhan sono stati cancellati e i passeggeri provenienti da altre zone della Cina vengono controllati all’arrivo.
Si tratta comunque di una situazione emergente e in rapida evoluzione, per cui OMS, ECDC e Ministero della Salute aggiornano costantemente informazioni e raccomandazioni.
L’importante è attenersi ai consigli degli esperti e non far degenerare la situazione lasciandosi trasportare da dicerie senza fondamenta».

Infine una buona notizia, come riportano da poche ore le agenzie: La Cina ha iniziato la sperimentazione sui topi di un primo possibile vaccino contro il nuovo coronavirus 2019-nCov. Si tratta di una fase molto precoce che necessita sicuramente di ancora molto tempo e molte risorse, ma che indica come si stia attivamente cercando di far fronte all’emergenza, puntando anche sulla ricerca scientifica, motore da sempre della Medicina.

 

Fonti di riferimento dei dati statistici su indicati : https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19

 

Dott.ssa Alessia Testa

Specializzanda in Pediatria


Data di pubblicazione : 12/02/20 alle 12:16,

Data ultimo aggiornamento: 4/09/23 alle 15:01


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